Islanda: la grande traversata – Kjolur 1° parte
Dopo aver fatto la turista a Reykjavík, preparo tutto per la grande partenza, il cuore batte, il pulmino arriva a prendermi e io continuo a chiedermi chi saranno i miei compagni di viaggio?
Sono la prima, ci fermiamo alla stazione delle corriere, salgono le prime persone… francesi… ancora francesi, poi tedesche, poi un gruppo di quattro danesi.
Un mix bellissimo dai 17 anni ai 75 anni e come sempre sono io, la sola ed unica italiana nel gruppo.
Ci guardiamo silenziosi, ci scrutiamo, con un po’ di diffidenza, fino a che non arriva la prima sosta turistica durante il tragitto per arrivare ai cavalli.
Thingvellir: parco nazionale patrimonio dell’UNESCO, si cammina tra le due placche tettoniche ben definite: la zolla americana e quella euroasiatica.
Durante questo percorso molto affascinante iniziamo a relazionarci, ci chiediamo reciprocamente i nomi, da dove veniamo e incominciamo a conoscerci.
Seconda tappa del nostro percorso:
Il grande Geysir, quello che ha dato il nome a tutti i geyser, ma purtroppo zampilla di rado e allora andiamo verso il suo piccolo fratello Strokkur si attiva ogni 4-8 minuti, con getti alti oltre 20 metri. Grande emozione!! foto, video e chiacchiere… iniziamo a creare il gruppo!
Terza e ultima tappa
La cascata Gullfoss (dall’islandese: gull “dorato” e foss “cascata”) “cascata d’oro”
Gullfoss, soprannominata spesso “la regina di tutte le cascate islandesi” per la teatralità, la bellezza e i giochi di luce del suo doppio salto.
Come inizio di spettacolo naturale dell’Islanda non è male per niente … una meraviglia, quindi inizio a pensare come sarà attraversare il Paese da sud a nord con i cavalli.
Iniziamo ad essere un po’ stanchini, perché pensavamo di andare subito dai cavalli e non sapevamo che avremmo fatto anche i turisti. Sono già le nove di sera, ma il sole è ancora alto nel cielo e fatichiamo ad adattarci alla luce che è ancora forte, a cui noi non siamo abituati.
Finalmente: si iniziano a vedere i nostri cavallini, tutti liberi in branco.
Arrivati a Myrkholt Guesthouse, ci accoglie Jessica, la nostra guida; portiamo i nostri bagagli, ci vengono assegnati i posti in cui dormire e ci dirigiamo verso la cena pronta per noi.
Quale posto migliore per poter chiacchierare e iniziare a fare conoscenza?
Seduti al tavolo con una bella cenetta calda.
Tra le varie presentazioni mi accorgo, ancora una volta, di essere quella con meno esperienza equestre ma sicuramente con tantissimo entusiasmo.
F35 – la pista di Kjolur – pista Blue
05 AGOSTO- domenica evviva il grande giorno è arrivato: si parte!
Dopo una buona colazione e un briefing preparato dai proprietari dei cavalli e del posto:
Joanina e Gusti, veniamo portati alle stalle per conoscere i cavalli e per avere tutte le informazioni su come gestirli.
Iniziamo a prendere visione e conoscenza di come sono fatte le selle e di come devono essere vestiti i cavalli. ognuno di noi si terrà la propria sella e bisaccia fino alla fine del tour, anche quando cambiamo cavallo.
Riceviamo qualche nozione sui “cavalli islandesi”, come vanno gestiti, sellati e come si sale e scende.
Questa volta la mia “fortuna” è notevole: trattandosi di cavalli “piccoli” non farò brutte figure a salire e scendere, non avrò la necessità di utilizzare “scalette”. Sembrerò una cavallerizza provetta!!!
Altra novità è l’andatura. “IL TOLT” appartiene solo a questi cavalli e ci devono spiegare come deve essere l’assetto in sella, come devono essere tenute le redini e le gambe, la staffatura è lunga.
Imparerò, spero presto …
Tutti pronti, tutti in sella, Jessica è davanti a noi per guidarci e mantenere la giusta velocità, mentre Joanina, Gusti e le altre guide, fanno uscire il branco di 40 cavalli liberi per condurli alla nostra prima tappa e poter poi cambiare cavallo, per non affaticarli troppo!
Il mio cavallino è un po’ birichino, diciamo, per non dire che forse sono io un po’ imbranata, fa un bel mix di andature: trotto, tolt, galoppo… che macello!!! sobbalzo non poco su questa sella, ma sono talmente contenta ed eccitata che affronto tutto.
Arriviamo all’ora di pranzo in un posto dove c’è solo lo spazio recintato per il branco e troviamo i 40 cavalli partiti prima di noi con Joanina e Gust ad attenderci.
Che spettacolo!!!! dopo aver fatto il pic-nic ci assegnano cavalli diversi e riposati e ripartiamo.
EMOZIONE ALLO STATO PURO. si sta avverando tutto quello che avevo letto e visto nei filmati in YouTube
Il branco esce dal cancello, con le guide, noi fermi sui nostri cavalli, vediamo il branco che parte al galoppo, libero, fiero, elegante, veloce. mentre noi dobbiamo con fatica tenere a freno i cavalli che stiamo montando, poiché vorrebbero essere nel branco anche loro.
Non appena l’ultimo dei cavalli liberi passa, noi li seguiamo.
La mia mente non potrà mai dimenticare questi momenti, talmente belli e particolari che sembrano quasi “IRREALI”.
Le guide sono “SUPER” , non appena qualche cavallo libero prova a defilarsi… loro riescono in pochissimo tempo a raggiungerlo e farlo rientrare nel branco libero.
Se non si vive in prima persona essendo lì e partecipando, diventa veramente difficile poter trasmettere ciò che si prova interiormente.
Quando i cavalli sono libero in branco, sono veloci, galoppano, si allontanano, rallentano, scappano e le guide devono essere molto attente a gestirli, devono anche seguire noi, impedendoci di entrare nel branco, altrimenti sarebbe un bel problema, data l’incapacità assoluta di gestire il cavallo.
Il tutto crea un clima molto coeso, di aiuto reciproco, tra noi che partecipiamo a questo “sogno divenuto realtà”, il panorama, il tolt, le guide, i cavalli liberi …. NO COMMENT
IL GRUPPO SI UNISCE, SI PARLA, SI RIDE, SI SCHERZA, foto, sorrisi, battute …
Arriviamo alla guest house, sistemiamo i cavalli, e una stupenda cena ci attende!
Amici miei … siamo solo al primo giorno, sono le 22, la luce del giorno è ancora presente, mi siedo con il mio taccuino, vedo il gruppo che parla e ride, si sentono i commenti della giornata, di come ognuno di noi ha vissuto il proprio cavallo, le guide iniziano ad interagire con noi, raccontano… ci deliziano di storie vissute. È arrivato il momento di chiudere il taccuino, di entrare nel sacco a pelo e dormire. La stanchezza sia fisica che psicologica assale tutti.
06 AGOSTO – lunedi
Dopo aver trascorso la prima giornata, la mattina del lunedì è pervasa di curiosità sia per il percorso che faremo, sia per come verrà organizzata.
Intanto ci si sveglia verso le 7 della mattina, già pieno giorno, poiché il sole sorge alle 4.
La colazione è pronta ed abbondante: porridge (zuppa di avena) appena fatto, frutta, muesli, cannella, formaggio, pane, salumi, tè, caffe, latte, cioccolato… abbiamo di tutto, nonostante la difficoltà ad organizzare le nostre soste in queste piccole baite disabitate. Sono veramente super organizzati. Una signora estremamente efficiente, ci segue con un fuoristrada ed un van con i nostri bagagli e tutto l’occorrente per preparare cena e colazione, ogni giorno in posti diversi e disabitati.
La nostra direzione è sempre verso nord, seguendo la leggendaria pista F35, nota come Kjolur.
Ci dirigeremo verso le pendici del monte Blàfel , grande montagna situata a est del ghiacciaio di Langajokull con una vista eccellente. Zona frequentata da fuorilegge motivo di antiche leggende.
Si attraverserà il fiume Hvita e poi si arriverà al fiume Svarta, dove si rimarrà per il pernottamento.
Percorso interessante, iniziano le preparazioni. Si guarda il tempo, un po’ nuvolo, freschino, siamo sui 3 gradi, una piccola coltre di nebbia ci avvolge… pioverà? Chissà, in genere in questo periodo dell’anno è normale avere la pioggia anche tutti i giorni quindi ci si veste a “cipolla” e si porta anche la tuta anti acqua dato che comunque, indipendentemente dal tempo, non ci si fermerà.
Le guide vanno a preparare i cavalli, noi ci vestiamo, raccogliamo i nostri bagagli e li portiamo nel van. Prepariamo i panini per il pranzo e l’acqua fresca da portare con noi.
La domanda che tutti ci poniamo è: “Che cavallo mi assegneranno questa mattina?”
Mistero … non siamo mai riusciti a capire la dinamica di assegnazione, ma lo sanno loro, le guide, conoscono tutti i 60 cavalli per nome, il loro carattere, come sono e chi li può montare.
Tutti pronti, vestiti, con le nostre selle, la capezzina, la scatola con il panino da mettere nelle bisacce e l’acqua.
Siamo tutti vicini, ci guardiamo e scrutiamo a vicenda, iniziano a far uscire i cavalli con la testiera, uno ad uno e chiamano i nostri nomi. Una volta avuto il cavallo, lo spazzoliamo, lo selliamo, e mettiamo la capezzina che ferma il filetto nell’imboccatura.
Bene, cavalli pronti di montare,
SI PARTE …. Io sono quella con il caschetto bianco …
si presenta una bellissima giornata di sole … stupendo ma il vento è veramente freddo, cosi le tute anti acqua ci servono per il vento, il paesaggio è spettacolare …
Il gruppo si unisce sempre di più, approfondiamo la conoscenza nella pausa del pranzo, ci sediamo per terra, mangiamo il nostro panino, mentre si chiacchiera, ci si lamenta per l’aria fredda, ma allo stesso tempo la serenità che si è creata tra noi è palpabile. Si formano i gruppetti, in genere i francesi stanno tra di loro poiché sono il gruppo più grande e cosi sono liberi di parlare la loro lingua, capiscono che io conosco la loro lingua, così quando sono con loro mi unisco alle loro conversazioni in francese. Per il resto si cerca di parlare tutti in inglese per una totale comprensione.
La giornata termina con arrivo in una nuova baita, spogliamo i cavalli, sistemiamo le selle e li salutiamo; anche loro si possono riposare e riunire al branco. Vedere come sono tranquilli è impareggiabile. Mangiano, bevono, si riposano e dormono …
Dopo aver sistemato i cavalli, elemento basilare del tour, entriamo nella baita e come di consueto ci vengono assegnati i posti per dormire, portiamo i nostri bagagli e poi piano piano, ci rilassiamo, beviamo un buon tè con dei biscotti, ci facciamo la doccia, e ci prepariamo per la cena.
La curiosità della cena è sempre tanta, la signora cucina benissimo in spazi super ristretti e non ci fa mai mancare nulla, anzi molte volte non riusciamo a finire tutto ciò che prepara.
Le nostre serate diventano molto belle e simpatiche, si organizzano giochi di squadra, presentazioni, cercano in tutti i modi di renderci più coesi possibile. Quello che mi colpisce sempre è la semplicità dei partecipanti, la voglia di condividere e il non lamentarsi mai. Capita spesso di avere solo due docce per 20 persone, uno alla volta, senza problemi, c’è chi finirà prima di cena e chi dopo cena.
Il modo in cui le persone si adattano a queste “vacanze a cavallo” è sicuramente uno dei “must “del viaggio. Quando in un gruppo, che non si conosce, regna pace, rispetto, serenità e voglia di condividere, l’esperienza diventa insuperabile. Sono veramente contenta della mia scelta, giorno dopo giorno è sempre più bello ed interessante.
Buona notte …
Continua … nel prossimo articolo …